A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Il nuovo azzonamento ha portato alla creazione di una zona 4 composta dalle zone precedentemente note come 4 (quasi intera), 13 (intera) e 14 (circa meta').
Se andiamo ad esaminare la nuova zona dal punto di vista viario, e' evidente la presenza di alcuni assi privilegiati: corso Lodi, Corso XXII Marzo (poi Corsica e Forlanini) e viale Argonne.
Ma se andassimo indietro nel tempo, un altro asse viario comparirebbe, e sarebbe ben piu' di rilievo: si tratta della antica strada Paullese, che partendo dal centro di Milano, passava da Linate e poi giungeva a Paullo.
Proprio di questa strada vogliamo parlare qui, per cercare di riconoscere nell'attuale citta' le vestigia di quella passata. Ci muoviamo quindi da via Anfossi angolo Montenero, da cui immaginiamo di inoltrarci in una campagna per lo piu' coltivata, ma non priva di boschi e perfino paludi, talvolta.
Stiamo percorrendo l'attuale via Anfossi quando il contorto scorrere della roggia Gerenzana (di cui ci occuperemo eventualmente in altro articolo, e che attraversa la nostra zona) ci sospinge in via Paullo e, di qui, in via Spartaco. Qui, non piu' visibili, si trovano le cascine Pilastrello, Cornaggia e, poco piu' avanti, Cornagetta. Da qui inizia un tratto pressoche' rettilineo che ci condurra' a Paullo. Il primo tratto percorre via Maestri Campionesi e, all'angolo con viale Umbria, ricordiamo l'antica osteria della "Cazzoeula", demolita nei famigerati anni '30.
Qui si fermo', di passaggio, il giovane Carlo Goldoni in compagnia di un amico, gentiluomo bergamasco, e i due conobbero casualmente una fanciulla che, sconsolata, racconto' loro di essere di origine veneziana e di essere stata abbandonata dal suo innamorato, con cui era fuggita dalla famiglia. Cio' basto' a commuovere il Goldoni, che le procuro' un alloggio ma, all'improvviso, essa scomparve.
Ancora la storia di passaggio di qui quando Amatore Sciesa, nell'estate del 1851, si uni' al gruppo patrottico di Gaetano Assi, un tintore che aveva fondato, con altri quaranta accoliti, il Comitato dell'Olona. Lo Sciesa, tappezziere, aveva prodotto un certo numero di manifestini antiaustriaci che, scoperti su di lui da una ronda, portarono al suo arresto e alla tortura conclusasi, come ben noto, con la famosa frase "Tiremm Innanz" pronunciata davanti a casa poco rima di essere fucilato.
Proseguendo in via Pistrucci, ci troveremo sulla destra, leggermente staccate, la cascina Pregarella di sotto (tuttora visibile in via Ennio, e sita alle spalle dell'ex collegio Armeno-Mechitarita e, poco piu' innanzi, il borgo dei Tre Pizzi ("el tripizz"), cancellato prima per l'edificazione della chiesa di San Pio V e, in tempi recenti, dalla costruzione di un anonimo edificio residenziale in via Lattanzio; sulla sinistra (alcuni resti sono ancora visibili da un rtile di via Ciceri Visconti) la cascina Pregarella di sopra.
Attraversato l'attuale incrocio di piazzale Cuoco (giungendo da via Faa' di Bruno ed entrando nella storica via Bonfadini), nei cui pressi sorgeva la scomparsa casina Besana, ci immergiamo, ogg come ieri, nella campagna, anche se oggi essa compare sotto forma di parco (Alessandrini); in esso e' tuttora preservata la Cascina Colombe' (di Sopra e di Sotto), di cui abbiamo parlato in un numero precedente. Tornando indietro nel tempo, prima cioe' della demolizione isalente all'epoca della costruzione dell'Ortomercato, poco oltre sulla sinistra avremmo trovato la cascina della Trecca, dal nome degli antichi proprietari, la famiglia Trecchi, ove si poteva ammirare un oratorio in cui si officiava ncora nel 1567.
A questo punto da destra riceviamo lo Strettone, altra via storica e di cui eventualmente parleremo in altro momento, e giungiamo a Cascina Merezzate; per fare cio' oggi occorre attraversare il passaggio livello sito dietro l'Ortomercato, inoltrarsi verso via Zama, superare la ferrovia con il sottopasso e procedere in via Bonfadini fino al primo semaforo. Alla casina Merezzate la strada si biforca: la direttrice di destra conduce al borgo di Morsenchio, ed in seguito giungera' a Trivulza (resti di questa strada si potevano notare fino a pochi anni orsono in via dei Cistercensi e a San Donato nei pressi del terminal della Metropolitana).
Procedendo invece a sinistra si giunge alla Cascina Bagutto (oggi sede di un ristorante, come pure nel tratto precedente di via Bonfadini si trovano parecchie trattorie, spesso d'epoca), dove si innesta la strada proveniente da orsenchio. Poco prima, da sinistra abbiamo ricevuto la strada da Monlue', magnifico borgo di origine medioevale conservato pressoche' intatto fino ai nostri giorni.
Inoltrandoci nel tratto di strada incomprensibilmente dedicato a Vittorini (si potevano scegliere altre vie), fortunatamente sopravvivono i vecchi numeri civici d'epoca, applicati a case risalenti ai secoli scorsi (inframmezzate da altre piu' moderne), con giardinetti e cappelle sacre. Sul fondo, a sinistra e' visibile uno dei caselli daziari di Milano, mentre sulla destra , poco prima del ponte sul Lambro, oggi come allora si diparte la strada che, costeggiando il fiume, perviene a Trivulza (l'odierna frazione Triulzo in territorio di San Donato).
Proseguendo diritti, si percorre via Archimede nel borgo di Linate (del borgo antico non rimane traccia, purtroppo), e vale la pena di notare la cappella sulla destra, posta sull'incrocio con la strada che portava a Novegro, e la cooperativa piu' avanti sulla sinistra, che ha conservato i sapori della vecchia campagna milanese. A questo punto, ai nostri giorni l'aeroporto di Linate ci costringe a fare dietro-front, ma nei tempi andati era possibile raggiungere il borgo di Canzo (oggi frazione omonima nel comune di Peschiera Borromeo), ove e' sita tuttora un'interessante antica chiesina, purtroppo per il piu' del tempo chiusa, e, di seguito, percorrere quella che e' attualmente nota come la "Vecchia Paullese".